tag:blogger.com,1999:blog-77535625760558621702024-03-14T07:27:41.960+01:00Casini Legnami. Legname da costruzione e da lavoro in Toscana, loc. Diacceto, Pelago - Firenze.Legname nazionale ed estero. Semilavorati in castagno stagionato per pavimenti e assiti in cipresso toscano.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comBlogger51125tag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-63813421509568860152012-11-10T02:35:00.000+01:002015-01-22T00:04:34.249+01:00Legname da costruzione e lavoro: Pero<!--PERO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Pero</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Y91raAgqMkw/UJ2uuSTpY8I/AAAAAAAABO8/lKBJHW6jKIo/s1600/Pero.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Y91raAgqMkw/UJ2uuSTpY8I/AAAAAAAABO8/lKBJHW6jKIo/s200/Pero.jpg" height="140" rea="true" width="200" /></a>
<em>(Pyrus)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Rosaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Pero
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Il Pero, originario dell'Europa e dell'Asia occidentale, comprende circa 300 specie in Italia tra arbustive e arboree, presenti in gran parte sull'Appennino centrale, mentre le specie presenti nel mondo sono complessivamente 5.000! Non tutte le varietà di Pero producono frutti commestibili. E' una pianta che si adatta agli ambienti meridionali come a quelli continentali fino a circa 1000 m di altitudine. Ultimamente è soggetto al cosiddetto “colpo di fuoco”, causato da un batterio che si sta diffondendo particolarmente in nord Italia su piante di Pero, Melo e su altre rosacee. <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Gli alberi possono raggiungere circa i 100 anni di età i 15-17 metri di altezza. Ha corteccia bruna, che negli esemplari adulti tende a diventare rugosa e a fessurarsi. I tronchi commercializzabili privi di rami, non sempre di forma cilindrica, raggiungono approssimativamente lunghezze massime di 6 m.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno è omogeneo e compatto, molto pesante, con ritiro medio, resistente ai tarli. Il colore è chiaro, tendente al rossiccio dopo la vaporizzazione, con durame talvolta brunovioletto. Di facile essiccazione, è però soggetto a incuratura negli impiallacci. Data la sua struttura omogenea, si lavora facilmente e non si scheggia, si presta ottimamente alla fresatura, alla tornitura, all’intaglio e alla scultura. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Si utilizza nella costruzione di mobili, anche intagliati, nella fabbricazione di strumenti musicali e di strumenti di precisione: falegnameria fine, giocattoli, righelli, xilografia, ecc.<!--PERO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-73548396409550152992012-10-25T15:50:00.002+02:002015-01-22T00:04:22.206+01:00Legname da costruzione e lavoro: Palissandro<!--PALISSANDRO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Palissandro</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-QNXXZrJVxUM/UIlCVoHUsKI/AAAAAAAABOc/vyTFTpM50hA/s1600/Palissandro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-QNXXZrJVxUM/UIlCVoHUsKI/AAAAAAAABOc/vyTFTpM50hA/s1600/Palissandro.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Dalbergia nigra) <br />(Dalbergia baroni) </em><br />
<em>(Dalbergia latifolia) <br />Fam. Papilionaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Palissandro brasiliano<br />
Palissandro del Madagascar<br />
Palissandro indiano
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
La Dalbergia è un genere di piante tropicali sempreverdi appartenenti alla grande famiglia delle Leguminose, con circa 200 specie per lo più arboree, alcune arbustive o lianose, originarie dell'America Meridionale, dell'Africa e dell'Asia tropicale. NB: le specie Dalbergia non vanno confuse con lo <em>Jacaranda</em> <em>(Fam. Bignoniaceae)</em>, detto anche "falso Palissandro". <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Gli alberi raggiungono altezze variabili (secondo la specie) dai 15 ai 35 metri, con un diametro variabile tra 0.3 e 1.5 metri. La voce Palissandro, (sulla quale vi è molta confusione), indica molte specie diverse tra loro, quelle che più comunemente forniscono legnami pregiati sono:<br />
<em>Dalbergia nigra</em> (Palissandro del Brasile, o legno violetto);<br />
<em>Dalbergia baroni</em> (Palissandro del Madagascar);<br />
<em>Dalbergia latifolia</em> (Palissandro dell'India, o legno rosa);<br />
<em>Dalbergia melanoxylon</em> (Ebano del Senegal, o Ebano africano). <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il Palissandro è un legno pregiato ricavato da varie specie di papilionacee appartenenti ai generi Dalbergia, avente caratteristiche di particolare durezza, compattezza, resistenza e pesantezza; presenta alburno e durame ben differenziati per l’ampia gamma di colorazione e di venature, che ha denominazioni diverse a seconda della provenienza. L'alburno può variare dal biancastro al grigiastro - giallastro - aranciato - dorato, mentre il durame ha un'ampissima gamma di tonalità che possono variare dal bruno al violetto porporino, al bruno-nerastro, al roseo-bruno, al bruno rossastro, al verdognolo. Ha profumo gradevole di rosa con aromi dolciastri di vaniglia o altre orchidee. La <em>Dalbergia nigra</em> (Brasile), ha legno più denso e pesante di altre specie della stessa famiglia. E' un legno ostinato e difficile da lavorare. Si scheggia facilmente a causa della sua natura oleosa ed è difficile preparare le superfici per l'incollatura. Nella impiallacciatura tende a formare piccole crepe e a rompersi nelle zone dentellate. Per la lucidatura, dopo aver chiuso bene i pori, si usano vernici a spirito come la gommalacca.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Viene utilizzato nella costruzione di pavimenti e mobili di pregio, per strumenti musicali, impiallacciature, nell'ebanisteria e per l'estrazione di olio essenziale usato in farmacia. Distillato con il vapore dalle scaglie di legno, l'olio essenziale di Palissandro viene impiegato come essenza nell'industria cosmetica per la produzione di saponi da toeletta, deodoranti e profumi. E' adattissimo a lavori di tornio e d'intarsio. <br />
Se ne fa uso particolarmente per la fabbricazione di chitarre; inoltre con il palissandro si fanno tastiere per strumenti elettrici e acustici; per questo utilizzo le specie considerate migliori sono il Palissandro brasiliano (Dalbergia nigra) e il Palissandro africano (Dalbergia melanoxylon), seguono poi il Palissandro indiano (Dalbergia latifolia) e il Palissandro del Madagascar (Dalbergia baroni), il Bois de rose o Ebano viola (Dalbergia maritima) e il Cocobolo (Dalbergia retusa).<!--PALISSANDRO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-77705311012309099992012-10-19T00:35:00.000+02:002012-11-10T02:39:31.087+01:00Energie rinnovabili a Castagno d'Andrea (San Godenzo - FI)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-z-3Zu4OTS2Q/UGtkOuBgEXI/AAAAAAAABNs/sME2RJcjseQ/s1600/Cippato-di-legno-vergine.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" mea="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-z-3Zu4OTS2Q/UGtkOuBgEXI/AAAAAAAABNs/sME2RJcjseQ/s1600/Cippato-di-legno-vergine.jpg" /></a></div>
Dopo quelli di Rincine e Pomino, a Castagno D’Andrea, frazione del Comune di San Godenzo, è stato inaugurato nel giugno 2011 un nuovo impianto di teleriscaldamento a biomasse; il terzo impianto a biomasse quindi, realizzato dall’Unione dei Comuni Valdisieve e Valdarno. <br />
La scelta di Castagno d’Andrea per questo tipo di impianto, che produrrà energia termica per 93 famiglie, è dovuta al fatto che il paese, peraltro non metanizzato, è ubicato in un'ampia zona montana a vocazione forestale.<br />
Il combustibile utilizzato è il cippato di legno vergine, composto da scarti legnosi provenienti dalla gestione forestale, dalla lavorazione del legname e dalla manutenzione ordinaria del territorio. <br />
<a name='more'></a>Molteplici sono i vantaggi di questa realizzazione, poiché gli scarti legnosi, anziché costituire un costo per operazioni di smaltitura, allorché avviati in appositi cantieri di raccolta e triturazione (cippatura), si trasformano in risorsa economica e ambientale, dal momento che questo tipo di impianto a biomasse garantisce un “bilancio neutro della Co2”.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-40401972941260707742012-09-24T02:09:00.001+02:002015-01-22T00:04:08.913+01:00Legname da costruzione e lavoro: Olmo<!--OLMO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Olmo</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-3UOI_Ip0P-M/UF-j2Nf79uI/AAAAAAAABNQ/ZLmSgsLvhO0/s200/Olmo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-3UOI_Ip0P-M/UF-j2Nf79uI/AAAAAAAABNQ/ZLmSgsLvhO0/s200/Olmo.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Ulmus)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Ulmaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Olmo
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Esistono diverse specie di Olmo, originarie dell'Europa, dell'Asia e del Nord America a seconda della specie. Nel nostro paese si trovano prevalentemente le specie campestre e montano. Predilige i suoli freschi e profondi, ma vive bene anche su quelli argillosi, eccezionalmente fino a circa 1000 m s.l.m. Tutte le specie europee di Olmo sono altamente sensibili alla <em>grafiosi</em> dell'Olmo, malattia che è causa della moria delle piante adulte. <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Si tratta di un albero molto longevo (si conoscono esemplari vecchi di secoli), dalla struttura imponente ed elegante, con tronco diritto e molto ramoso, che raggiunge dimensioni notevoli. Il fusto è leggermente sinuoso e la chioma di colore verde scuro è rotonda, folta, con ramificazioni sottili. <br />
Alcune delle specie di Olmo più diffuse al mondo:<br />
<strong><em>- Ulmus americana</em></strong>, originario del Nord America, arriva a 35 metri di altezza (in Europa raggiunge dimensioni più contenute).<br />
<strong><em>- Ulmus caprinifolia</em></strong>, o Olmo campestre, diffuso in Europa, raggiunge 30 metri di altezza.<br />
<strong><em>- Ulmus hollandica</em></strong>, o Olmo olandese, diffuso in Europa occidentale.<br />
<strong><em>- Uulmus procera</em></strong>, o Olmo inglese, diffuso in Europa settentrionale e meridionale.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno dell'Olmo, in particolare dell’Olmo campestre e montano, è tra i più bei legni nostrani. E' pesante, duro, elastico, resistente alle spaccature, non particolarmente durevole, con tessitura larga. E' di facile lavorazione, ma è soggetto a fessurarsi e a deformarsi se non viene essiccato con molta attenzione. <br />
I legni dei tre Olmi nostrani si differenziano:<br />
<strong><em>- campestre</em></strong> ha durame bruno-cioccolato-rosso, <br />
<strong><em>- montano</em></strong> ha durame da bruno chiaro a rosso carne,<br />
<strong><em>- ciliato</em></strong> (meno diffuso), ha durame bruno-grigio chiaro.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Fino a qualche decennio fa era particolarmente ricercato per la costruzione di carri, travature e infrastrutture (molini) che dovevano rimanere a lungo a contatto con l'acqua. Oggi viene impiegato per la produzione di impiallacci, mobili, parquet, rivestimenti di pareti e soffitti. Oltre a ciò viene utilizzato in modo decorativo per oggetti ornamentali e strumenti musicali.<!--OLMO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-73933883082809730862012-09-21T02:16:00.002+02:002015-01-22T00:03:55.342+01:00Legname da costruzione e lavoro: Olivo<!--OLIVO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Olivo</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-mOQPwxeUcX8/UFuxdZMbatI/AAAAAAAABM0/5_-WJry6EVM/s200/Olivo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-mOQPwxeUcX8/UFuxdZMbatI/AAAAAAAABM0/5_-WJry6EVM/s200/Olivo.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(</em><em>Olea europaea)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Oleaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Olivo
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Furono gli abitanti dell’Asia Minore e i Greci, dediti alla coltura dell'Olivo, che lo importarono nel Salento durante la prima colonizzazione Greca, avvenuta nel VIII avanti Cristo. Nel Mediterraneo ci sono più di 1000 tipi genetici di Olivo, di cui circa 500 nella sola Italia. Inizialmente coltivato esclusivamente nei paesi del bacino del mediterraneo, l'Olivo è stato ormai impiantato con successo anche in California, Australia, Argentina e Sudafrica. L'oliveto più settentrionale si trova sull'isola di Anglesey, al largo del Galles, nel Regno Unito. L'areale di coltivazione dell'Olivo copre l'intero territorio italiano, se escludiamo le zone di montagna e la Pianura Padana. Poiché l'Olivo è essenzialmente una pianta da frutto, aggiungiamo che le regioni italiane con oliveti a frutto di migliore qualità sono: Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, mentre la palma della maggiore concentrazione olivicola italiana va alla Puglia, con una popolazione stimata superiore ai 5 milioni di Olivi, in gran parte di età superiore ai 400 anni. Da segnalare anche i numerosi Olivi monumentali nel territorio dei comuni molisani di Pozzilli e Venafro nella valle del Volturno. Alla fine degli anni novanta i cinque Paesi con la maggiore superficie coperta a Olivo erano la Spagna (2,24 milioni di ha), la Tunisia (1,62 milioni di ha), l'Italia (1,15 milioni di ettari), la Turchia (0,9 milioni di ha), la Grecia (0,73 milioni di ha). L'olivo predilige terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati, sia acidi che calcarei e tollera perfino la salinità dei litorali marini. Vegeta bene anche su terreni grossolani o poco profondi, con rocciosità affiorante, ma soffre nei terreni pesanti o soggetti a ristagno idrico. Un'altra peculiare caratteristica di questa straordinaria pianta è la sua capacità di resistere alla siccità anche quando si protrae per molti mesi.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
E' un albero sempreverde che può raggiungere i 20 metri d'altezza, dal tronco contorto, screpolato e spesso vuoto, con la parte basale (ciocco) più espansa (vi sono esemplari con diametro sovrabasale di 8-10 metri), che emette polloni e su cui si formano rigonfiamenti mammellonari (ovoli) derivanti da gemme avventizie. Fra le piante arboree l'Olea europaea si distingue per la sua longevità e frugalità, raggiunge infatti la piena maturità produttiva dopo i 50 anni e in condizioni climatiche favorevoli può vivere oltre mille anni. Le sue radici sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono oltre i 60–100 cm di profondità. La chioma e i suoi rami sono penduli o patenti (disposte orizzontalmente rispetto al fusto), secondo la varietà.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno d'Olivo è durissimo, solido, di colore giallastro con venature brune, poco poroso, difficilmente scalfibile, durevole e impermeabile all'umidità. Ha tessitura finissima con fibratura tormentata e irregolare, ritiro elevato e nervosità medio-alta; se mal stagionato può torcersi e spaccarsi. Non si tarla e non assorbe liquidi o cattivi odori, motivo che lo rende unico per l'uso in cucina, poiché i batteri non possono penetrare nel legno. Da tenere in considerazione l'aspetto artistico delle sue venature, che fanno di ogni lavorazione un'opera unica. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Viene utilizzato per fini lavori d'intarsio, per lavori di tornitura e per fabbricare mobili di modeste dimensioni. Più che all'ebanisteria, l'uso di questo legno è legato alla scultura, infatti non è facile da trattare a causa della sua durezza. Infine è anche un eccellente combustibile.<!--OLIVO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-8742743081546942012012-09-20T23:28:00.000+02:002015-01-22T00:06:38.603+01:00Legname da costruzione e lavoro: Obece<!--OBECE INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Obece</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-E1TrIwKcY0M/UFuF6aOrdXI/AAAAAAAABMY/MMq4E1IYO68/s200/Obeche.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-E1TrIwKcY0M/UFuF6aOrdXI/AAAAAAAABMY/MMq4E1IYO68/s200/Obeche.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Triplochiton scleroxylon)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Sterculiaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Obece - Obeche<br />
Ayous<br />
Samba<br />
Wawa
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Foreste pluviali dell'Africa occidentale e centrale; è molto diffusa in Camerun, Costa d'Avorio, Ghana e Nigeria, presente anche in Gabon, Liberia, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana e Repubblica del Congo.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
E' un albero che raggiunge l'altezza di 45-50 m. Il fusto porta alla base contrafforti molto sviluppati sia in altezza che in senso laterale: al disopra dei quali il tronco prosegue diritto e poco regolare con diametro talvolta superiore a 2 m. Frequenti tensioni interne e grosse gallerie da insetti xilofagi nonché perforazioni nerastre da Scolitidi e Platipodi ne pregiudicano la qualità anche dopo segagione.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Ha colore giallognolo chiaro sfumante talora nel biancastro o nel roseo oppure con variegature brune. Allo stato fresco e durante la vaporizzazione per l'ammorbidimento prima della sfogliatura emana un odore sgradevole. Presenta tessitura grossolana, fibratura per lo più diritta, raramente intrecciata; ha ritiro modesto o medio, durezza molto bassa e comportamento all'urto scadente. Tutte le operazioni: essiccazione, segagione, sfogliatura, essiccazione ad aria calda, vaporizzazione, impregnazione, sono agevoli e portano a risultati discreti o buoni; le polveri possono provocareforte irritazione delle mucose e delle vie respiratorie.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Per la sua resistenza al calore e all'umidità, la sua leggerezza paragonabile a quella della balsa e l'assenza di nodi, il legno di Obeche è utilizzato nella sfogliatura per compensati, nella falegnameria andante per l'imballaggio, nella costruzione di mobili da cucina, nelle cornici per quadri, nelle saune, in liuteria e nel bricolage. <!--OBECE FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-62043765278445064292012-09-20T20:57:00.000+02:002015-01-22T00:07:21.453+01:00Legname da costruzione e lavoro: Noce<!--NOCE NAZIONALE INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Noce nazionale</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Jeh31HGkxwA/UFtrXtBFxPI/AAAAAAAABL8/sp-uJSGceWY/s200/Noce.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Jeh31HGkxwA/UFtrXtBFxPI/AAAAAAAABL8/sp-uJSGceWY/s200/Noce.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Juglans regia)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Juglandaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Noce nazionale<br />
Noce bianco<br />
Noce comune
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Il noce è una pianta cosmopolita presente in quasi tutti gli ambienti temperati, che dalle aree sud occidentali dell'Asia fu introdotto in Europa tra il V e il VII secolo a.C. e in America nel XVII secolo. E' il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico per la produzione di mobili, commercialmente noto in Italia come Noce nazionale, la cui diffusione è divenuta spontanea nella pianura padana settentrionale. La regione italiana che ha maggior rilevanza nella produzione di Noce nazionale è la Campania, per via della produzione dei frutti. Le nazioni europee che vantano la maggior produzione di Juglans regia sono la Francia, la Grecia, la Bulgaria, la Serbia e la Romania; la Cina in Asia; la California in America settentrionale e il Cile in America latina. Ultimamente ha trovato buona diffusione anche in Nuova Zelanda e nella parte sud-orientale dell'Australia. Il noce comune (<em>Juglans regia</em>) tollera bene suoli debolmente acidi e calcarei, mentre il noce nero (<em>Juglans nigra</em>) necessita di terreni freschi e leggermente acidi. Il noce è un albero di facile coltivazione, ma il terreno su cui è coltivato deve essere ricco di sostanza organica, anche con buon livello di calcare, ma senza ristagni idrici. Pur essendo una pianta che predilige i climi miti e non molto umidi, è capace di resistere anche a climi decisamente freddi; la zona ideale per la coltivazione di questa specie resta la collina fino a un’altitudine di 800 m s.l.m. La coltivazione è comunque diffusa anche nelle pianure, dove da coltivazioni intensive si ricava il legno grezzo da inviare alle segherie che produrranno tavole di questo pregiato legno.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Il Noce è un albero vigoroso che può raggiungere i 30 metri di altezza, caratterizzato da un tronco solido, alto, dritto, con portamento maestoso e radici robuste sia fittonanti che espanse superficiali. <br />
Produzione mondiale di noce (tra Noce comune e Noce nero): 7.000.000 q, con la seguente suddivisione: U.S.A.: 50% - Cina: 20% - Francia: 3% - India: 4% - Spagna: 3% - Italia: 3% - Turchia: 3% - Altri paesi: 14%.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno di Noce europeo è bruno-grigio con striature quasi nere e generalmente più variabile di colore del noce americano, che è tipicamente di uniforme bruno-porpora scuro. La grana è diritta, talvolta ondulata, con tessitura media. Alburno e durame sono nettamente differenziati: l'alburno è biancastro mentre il durame ha toni grigio-bruni con striature più scure che specialmente nella parte inferiore del tronco formano dei disegni ricercatissimi dai costruttori di mobili. Il legno si lavora molto bene, è duro, non molto pieghevole, si può levigare e rifinire perfettamente e offre una buona durata, ma se posto in ambienti umidi è facile preda di parassiti. Si può essiccare facilmente, purché lentamente, senza eccessivi pericoli di fessurazioni o torsioni. Una volta essiccato è moderatamente stabile in opera. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Per la facilità della lavorazione, della finitura e per la bellezza della sua struttura, è un legno ricercato dai costruttori di mobili e di arredamenti in genere. Si ricavano impiallacciature straordinariamente belle dal piede del tronco e dalle radici. Nei secoli è sempre stato usato usato per lavori di ebanisteria. Oggi è usato per mobili e pannellature decorative, principalmente come piallaccio, come massello per la falegnameria fine e per farne bocce e altri articoli torniti. Tra le innumerevoli utilizzazioni, è il legno preferito per le impugnature delle pistole e per i calci dei fucili, soprattutto in Italia.<!--NOCE NAZIONALE FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-64210732754301869142012-09-20T03:00:00.002+02:002015-01-22T00:10:22.927+01:00Legname da costruzione e lavoro: Mogano<!--MOGANO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Mogano</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-QZwT06cbUHI/UFr2-TdC8bI/AAAAAAAABLg/8gbdZ1gTymM/s200/Mogano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-QZwT06cbUHI/UFr2-TdC8bI/AAAAAAAABLg/8gbdZ1gTymM/s200/Mogano.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Swietenia Macrophylla)</em> <br />
<em>(Swietenia humilis)</em><br />
<em>(Swietenia mahagoni)</em><br />
<em>Fam. </em> <em>Meliaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Mogano
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Cresce esclusivamente in America del sud e non è da confondere con i Mogani africani o altri surrogati; (nel commercio del legno si attruibisce spesso la dicitura <em><strong>Mogano americano</strong></em>, per specificarne provenienza e autenticità). <br />
Esistono tre specie di Mogano: <br />
<em>- Swietenia mahagoni</em> dell'area Antille (Cuba), praticamente estinta dal punto di vista commerciale. È stata la prima specie conosciuta ed ampiamente usata in passato per le sue uniche qualità. Il legno si caratterizza per una trama fine e lucida. Il colore è meno rossiccio delle altre specie ed è più denso, compatto e duro.<br />
<em>- Swietenia humilis,</em> di distribuzione centroamericana principalmente nel versante del Pacifico.<br />
<em>- Swietenia macrophylla,</em> di più ampia distribuzione, dal Messico fino alla Bolivia.<br />
A causa del taglio delle foreste di Mogano, che continua ininterrottamente da almeno quattro secoli a questa parte, le scorte si sono impoverite e spesso si ricorre ad essenze africane, anch'esse appartenenti alla stessa famiglia (<em>Meliaceae</em>). Del genere africano <em>Khaya</em> vengono utilizzati principalmente il <em>K. anthotheca, il K. ivorensis, il K. senegalensis</em>, noti spesso come <em>Mogano khaya</em> o con un più generico termine <em>Mogano africano</em>. Si tratta di buoni legnami, simili al mogano per molti aspetti, con un peso specifico inferiore. Del genere <em>Entandrophragma</em> è molto utilizzato il <em>Mogano sapelli (E. cylindricum)</em>, un'essenza dal colore spesso più chiaro e rossiccio del vero Mogano. Anche al <em>tiama (E. angolense), al kosipo (E. candollei) e al sipo (E. utile)</em> viene spesso aggiunto il suffisso "Mogano" nonostante la somiglianza non sia sempre così marcata. Tra le altre specie arboree spesso confuse con il Mogano ce ne sono ancora alcune facenti parte del genere <em>Toona</em>, di provenienza asiatica. Attualmente il principale esportatore mondiale di legno di Mogano è il Brasile. Nel 2002 Greenpeace ha ottenuto il bando del Mogano, sancito dopo una campagna di Greenpeace contro la mafia del taglio illegale. Ora il mogano è protetto dalla convenzione internazionale CITES. Malgrado il bando, le compagnie del legno continuano la caccia al mogano su larga scala, soprattutto in Amazzonia. Esistono comunque piccole quantità di mogano certificato FSC, provenienti dal Guatemala.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Il Mogano raggiunge mediamente un'altezza media di 30 metri, ma non è raro trovare esemplari che raggiungono l'altezza di 50 metri e un diametro di 3 metri. La coltivazione per fini commerciali è molto complessa a causa di un insetto che ne divora gli apici fogliari (<em>Hypsipyla grandella</em>) causandone la ramificazione. <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno è duro, molto resistente e compatto, con alburno biancastro e durame bruno - bruno rossastro. Ha grana finissima, di colore giallo rosato che vira al rosso bruno dorato se esposto all'aria, con tessitura variabile e fibre spesso intrecciate o ondulate con particolare effetto decorativo. Se ben stagionato e se conservato all'asciutto non si deforma e offre buona durabilità e resistenza alla ruggine e ai tarli. Si lavora con facilità e con risultati ottimi; è adattissimo a essere intagliato e sia la finitura che la lucidatura risulta di altissima qualità. Per la sua compattezza viene preferito al noce, poiché è particolarmente adatto per intagli e finiture raffinate. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
L'altissimo costo ne limita l'impiego esclusivamente alla fabbricazione di prodotti di pregio: mobili e arredamenti di lusso, porte, strumenti musicali e oggetti decorativi, inoltre consente di realizzare particolari impiallacciature "figurate". Le specie americane sono utilizzate anche nella costruzione di imbarcazioni; in liuteria l'uso del mogano americano è consolidato da anni, poiché conferisce al suono un timbro particolarmente caldo, corposo e sostenuto.<!--MOGANO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-47254333846220839782012-09-19T01:16:00.000+02:002015-01-22T00:11:22.570+01:00Legname da costruzione e lavoro: Leccio<!--LECCIO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Leccio</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Tzi7S-dhig8/UFJotaNM8fI/AAAAAAAABBw/gJFvhjw4ANM/s1600/Leccio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Tzi7S-dhig8/UFJotaNM8fI/AAAAAAAABBw/gJFvhjw4ANM/s1600/Leccio.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Quercus ilex)</em><br />
<em>Fam. Fagaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Leccio<br />
Elce
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
E' una Querce sempreverde ad accrescimento lento, diffusa in quasi tutto il Bacino del Mediterraneo dal livello del mare fino a 600 m circa; in Italia forma anche boschi puri di notevoli dimensioni chiamate leccete. Viene comunemente piantato a scopo ornamentale e per alberatura stradale; molto longevo, può raggiungere i mille anni. <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Ha tronco eretto e robusto, spesso diviso o ramoso fin dalla base. Fra gli alberi monumentali in Italia si annoverano anche alcuni Lecci, tutti fra i 20 e i 30 metri di altezza con tronchi di circonferenza fra i 4 e i 5 metri.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
E' un legno molto duro con porosità diffusa che non viene attaccato dai tarli. Compatto e resistente, ha durame colore rossastro chiaro e alburno più chiaro. E' un legno difficile da stagionare e da lavorare, ma che si può rifinire molto bene. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Si utilizza per la costruzione di mobili, leve, assi di carri, attrezzi da falegname ed è anche un buon combustibile; anche il carbone di Leccio è molto pregiato.<!--LECCIO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-56296859712600120892012-09-18T21:40:00.002+02:002012-09-18T21:46:39.604+02:00Il tarlo asiatico minaccia l'Italia<b>Parassita di origine asiatica all'attacco dei boschi di latifoglie.</b><br />
<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-7aAmjXeLZKU/UFjDfwm0NhI/AAAAAAAABKE/8RuyCsNkhpk/s1600/tarlo_cinese.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-7aAmjXeLZKU/UFjDfwm0NhI/AAAAAAAABKE/8RuyCsNkhpk/s1600/tarlo_cinese.jpg" /></a></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Il tarlo cinese sta diventando un problema, bisogna saperne di più. <br />
Il tarlo cinese (<em>Anoplophora spp</em>) è un coleottero cerambicide originario della Cina, Corea, Malesia e Vietnam che accidentalmente è stato introdotto dal continente asiatico, probabilmente con l’importazione piantine di bonsai, in alcuni Paesi del continente americano (USA e Canada) e dell’Europa. Tale insetto parassita è stato ormai avvistato in Austria, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e dal 2000 anche in Italia. </div><a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Per contrastare la diffusione di questo insetto sul territorio nazionale è stato emanato il Decreto Ministeriale per la lotta obbligatoria (DM 9/11/2007). Nel 2007 è stato individuato per la prima volta un focolaio di Anoplophora nel Comune di Roma. Per questo è stato definito il “Progetto Eran” finalizzato al monitoraggio dei focolai, alle ricerche bioecologiche ed al controllo dell’infestazione nel Lazio. Inoltre la Regione Lazioi ha predisposto la Determinazione dirigenziale n. C0931 del 22/04/2009 in attuazione del DM 9/11/2007 e successivamente la Determinazione dirigenziale n. C3602 del 23/12/2009 ad integrazione delle misure fitosanitarie nella “zona infestata” del Comune di Roma.</div><br />
Per saperne di più su questo xilofago e sulle disposizioni di lotta si riportano una nota dell’Università di Padova e la Determinazione dirigenziale n. C3602 del 23/12 2009 (Vedere Allegato <a class="at_url" href="http://www.ardaf.it/attachments/article/50/DETERMINAZIONE%20N%20C3602.doc" included="null" target="_blank" title="Scarica questo file (DETERMINAZIONE N C3602.doc)">DETERMINAZIONE N C3602.doc</a> 37 Kb).<br />
<br />
<b><i>Anoplophora spp. (Coleoptera Cerambycidae)</i></b><br />
<b>Cerambicidi asiatici</b><br />
Gli insetti del genere Anoplophora sono coleotteri originari del Continente asiatico. Sono xilofagi caratterizzati da spiccata polifagia; le larve, infatti, si nutrono a spese di numerose specie arboree ed arbustive interessando arboreti da frutto e da legno, boschi di latifoglie e piante ornamentali. Gli adulti, invece, si nutrono di cortecce fresche, piccioli e foglie. Dopo il 2000 queste specie son state rinvenute in Europa. L ’introduzione in Italia sembra probabilmente legata all’importazione di materiale vegetale infestato, in particolare piante di bonsai. <strong>Considerati gli elevati rischi di introduzione nel Territorio dell’Unione europea, la gravità dei possibili danni e la difficoltà di lotta, vengono fatte rientrare nel novero degli organismi da quarantena le specie: Anoplophora chinensis, A. malasiaca e A. glabripennis.</strong><br />
<br />
Descrizione e ciclo: <strong>Anoplophora chinensis e A. glabripennis</strong> sono morfologicamente simili. Gli adulti, di colore bruno - lucente con circa venti macchie irregolari, bianche sulle elitre, si possono distinguere morfologicamente esaminando la parte anteriore delle elitre che in A. chinensis è granulosa, dovuta a più file di fini tubercoli che sono, invece, assenti in A. glabripennis.<br />
<br />
L’intero ciclo, da uovo ad adulto, può compiersi in 1 o 2 anni a seconda di fattori ambientali ed alimentari. Gli adulti sfarfallano in primavera. Le due specie possono essere distinte in base alla posizione dei siti di ovideposizione, dei fori di sfarfallamento circolari di 6-20 mm di diametro e delle gallerie di alimentazione, da cui fuoriesce rosura. Dalle tasche di ovideposizione, per il periodo che va dalla schiusura dell’uovo fino ai primi scavi della giovane larva, si ha l'emissione di linfa a causa del danneggiamento dei vasi di trasporto; queste ferite possono costituire punto di entrata per parassiti secondari.<br />
<br />
<strong>Anoplophora glabripennis</strong>: gli adulti sfarfallano dalle gallerie scavate nel fusto. I siti di ovideposizione preferiti sono la parte distale dei tronchi e le branche principali, dove la corteccia è più liscia. In piante indebolite da reiterati attacchi, invece, le uova vengono deposte su tutta la lunghezza del tronco e sulle radici affioranti dal suolo. Dopo circa due settimane le uova si schiudono e le larve iniziano a scavare le gallerie nel fusto, dapprima sottocorticali e successivamente più profonde, all’interno delle quali trascorreranno il periodo autunno - invernale; fino al secondo stadio, infatti, le larve si nutrono a spese dei tessuti floematici, dal terzo al quarto stadio si approfondiscono, progressivamente, all’interno dei tessuti legnosi. L’impupamento avviene in una camera sottocorticale.<br />
<br />
<strong>Anoplophora chinensis</strong>: gli adulti una volta sfarfallati vivono tra le chiome delle piante ospiti, per poi spostarsi sulla la parte basale del fusto dove ha luogo l’ovideposizione. Le uova vengono singolarmente collocate nelle tasche ricavate in prossimità del colletto della pianta nei tratti nascosti dalla lettiera o da erbe, oppure sulle radici affioranti. Le larve scavano delle gallerie di alimentazione che prevalentemente interessano la parte basale del fusto e le grosse radici. Raggiunta la maturità la larva si impupa e la metamorfosi avviene in una camera ricurva che si allunga verso la zona corticale dalla quale, attraverso orifizi circolari di 15 – 20 mm di diametro, emergono gli adulti. I fori di sfarfallamento si rinvengono in vicinanza dei punti di ovideposizione e quindi al colletto della pianta e meno frequentemente sul fusto, su grosse radici affioranti o sul suolo soprastante le radici sotto-superficiali.<br />
<br />
<strong>Piante ospiti</strong>: Polifagi su svariate latifoglie, tra cui Pioppi (<em>Populus</em>), Salici (<em>Salix</em>), Olmi (<em>Ulmus</em>), Aceri (<em>Acer</em>), Ippocastani (<em>Aesculus</em>), Betulle (<em>Betula</em>), Ontani (<em>Alnus</em>), Platani (<em>Platanus</em>), Frassini (<em>Fraxinus</em>), Robinia e svariati fruttiferi (<em>Malus, Prunus, Pyrus, Cytrus</em>).<br />
<br />
<strong>Danni e importanza</strong>: questi cerambicidi possono attaccare tanto piante indebolite quanto soggetti in pieno vigore vegetativo e questo fatto li rende ulteriormente temibili. Un albero colpito, a seconda delle dimensioni e del numero di generazioni ospitate, può presentare sintomi di indebolimento, con ingiallimento precoce del fogliame e rallentamento della crescita, fino all’esito letale. La presenza di gallerie di alimentazione in seno alle branche principali compromette la stabilità statica dei palchi, o dell’intera pianta quando è la zona del colletto ad essere minata. Si diffondono attraverso gli scambi commerciali, con il materiale di imballaggio per il quale si impiega legno non trattato proveniente dai Paesi dell’Asia orientale e attraverso l’introduzione di vegetali vivi, particolarmente piante di bonsai. Possono essere trasportati come uova, larve o pupe. Al fine di evitare introduzioni accidentali, le ricerche dovranno concentrarsi nei punti di ingresso del materiale che veicola i parassiti e nelle zone di traffico commerciale e industriale dove si movimentano grandi volumi di prodotti con elevata frequenza degli arrivi.<br />
<br />
<strong>Controllo</strong>: la lotta obbligatoria contro Anoplophora chinensis è regolamentata su tutto il territorio nazionale dal Decreto Ministeriale 9 novembre 2007 "Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cerambicide asiatico Anoplophora chinensis (Thompson)" pubblicato sulla G.U. n. 40 del 16/02/2008.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://www.ardaf.it/altre-notizie/il-tarlo-cinese-sta-diventando-un-problema-bisogna-saperne-di-piu/" target="_blank"><strong><u>ARDAF</u></strong></a><br />
Questo testo e le immagini sono disponibili secondo licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/deed.it" target="_blank">Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported (CC BY-NC-SA 3.0)</a>; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi la <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/legalcode" target="_blank">licenza integrale</a> per i dettagli.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-57021852369433024902012-09-18T19:52:00.000+02:002012-09-18T22:38:57.665+02:00Foresta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-EM3xEMXEC80/UFigscrZrAI/AAAAAAAABJI/0ZHyxFOOB3o/s1600/Foresta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="213" src="http://3.bp.blogspot.com/-EM3xEMXEC80/UFigscrZrAI/AAAAAAAABJI/0ZHyxFOOB3o/s320/Foresta.jpg" width="320" /></a></div>La <b>foresta </b>è una vasta zona non antropizzata, dove la vegetazione naturale, in particolare gli alberi ad alto fusto, cresce e si diffonde spontaneamente. Quando l'estensione della foresta è limitata, si parla di bosco. Ai sensi della nomenclatura FAO, con il termine foresta si identificano più propriamente le aree con ampiezza minima di 0,5 ha caratterizzate da una copertura arborea superiore al 10% determinata da specie capaci di raggiungere 5 m di altezza a maturità in situ.<br />
<a name='more'></a><br />
<b>Etimologia</b><br />
Il termine "foresta" viene dal latino forestis o foresta ossia esterno alla civiltà basata sull'urbe, quindi fuori dalle mura poiché le foreste si ritenevano ricettacolo di fuorilegge, sciamani e culti celtici temuti dai coloni romani. Nel medioevo il termine "forests" si riferiva alle foreste reali, esclusiva riserva di caccia del monarca inglese e vietate al resto dei sudditi. Queste foreste furono praticamente le uniche rimaste intatte dopo l'occupazione delle terre demaniali da parte dei grandi allevatori inglesi. Di qui, in inglese, "forests" è divenuto sinonimo di grandi boschi incolti e venne utilizzato con lo stesso significato anche dall'italiano, con forte accentuazione verso foreste distese come quelle tropicali (Amazzonia, Africa, Indonesia) ma usato anche le foreste boreali o temperate (Taiga siberiana, foreste boreali canadesi, Foresta Nera ecc.). <br />
<br />
<b>Tipi</b><br />
La Foresta vegeta in quelle aree in cui il suolo e - soprattutto - il clima consentono agli alberi di coprire con continuità il terreno. Il clima non deve essere troppo freddo,ma nemmeno troppo arido. All'interno di queste condizioni climi diversi danno origine a diverse foreste. La copertura vegetale prende la forma di foresta quando i fattori climatici, il suolo e l'azione dell'uomo creano delle condizioni tali in cui le specie vegetali dominanti sono alberi. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XjVufFApupU/UFihIgMDzEI/AAAAAAAABJQ/ufhnFtqMmPU/s1600/Faggeta-autunno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="237" src="http://3.bp.blogspot.com/-XjVufFApupU/UFihIgMDzEI/AAAAAAAABJQ/ufhnFtqMmPU/s320/Faggeta-autunno.jpg" width="320" /></a></div><b>Suddivisione botanica</b><br />
Alle variazioni dell'optimum climatico corrispondono foreste dominate da specie particolarmente adatte alle specifiche condizioni ambientali: igrofile (clima umido: foreste tropicali umide, foreste ripariali o plaziarie temperate) mesofile (con condizioni di temperatura/umidità intermedie: foreste submediterranee e temperate); xerofile (clima tendenzialmente asciutto: foresta mediterranea, foreste africane a palme ed acacia). L'optimum climatico, la geografia e gli altri fattori ambientali determinano le specie arboree dominanti della foresta. Conifere (abeti e pini) nelle zone fredde, latifoglie decidue(faggi, querce, aceri) in quelle temperate, latifoglie sempreverdi (magrovie, ceiba, mogano) in quelle tropicali. La varietà delle specie viventi rende comunque sommaria questa suddivisione, basti pensare alle foreste di conifere tipiche dei climi caldi come le pinete mediterranee. <br />
<br />
<b>Suddivisione geografica</b><br />
Geograficamente, rispetto alla latitudine, si distinguono:<br />
<span style="font-size: xx-small;"><br />
</span><strong>Foresta equatoriale o pluviale o vergine </strong><br />
foresta a galleria o fluviale<br />
foresta inondata<br />
foresta torbiera<br />
<span style="font-size: xx-small;"><br />
</span><strong>Foresta tropicale o a parco</strong> <br />
foresta monsonica<br />
<span style="font-size: xx-small;"><br />
</span><strong>Foresta mediterranea decidua o subtropicale</strong><br />
<strong>Foresta boreale </strong><br />
foresta temperata a latifoglie decidue<br />
foresta temperata mista<br />
foresta temperata a conifere<br />
foresta pluviale temperata<br />
<span style="font-size: xx-small;"><br />
</span><b>Foresta australe</b> <br />
foreste di conifere<br />
<br />
<strong>Stato di conservazione</strong><br />
Per <b>foresta primaria</b> si intende una foresta intatta, le cui funzioni vitali e il cui ecosistema sussiste allo stato originario. Questa foresta non è mai stata toccata da attività umane a carattere industriale né dalla conversione agricola. La foresta primaria è una foresta matura e solitamente ospita il massimo grado di biodiversità.<br />
La <b>foresta secondaria</b> è una foresta fortemente disturbata, per cause naturali e non. Può trattarsi di una foresta che ha subito diverse ondate di taglio selettivo, o più frequentemente una giovane foreste ricresciuta dopo operazioni di taglio a raso, o dopo un ciclo di agricoluta basata sul "taglia e brucia" (slash and burn). La foresta secondaria è solitamente caratterizzata da una copertura meno sviluppata, alberi più giovani e da minore diversità, con una maggiore presenza di specie pioniere. Spesso, a causa della minore copertura, il sottobosco di una foresta secondaria, soprattutto ai tropici è più denso, assumendo il carattere di giungla.<br />
Le aree forestali intatte si estendono ancora su 13 milioni di chilometri quadrati, l'8% della superficie emersa: metà delle foreste originarie che ricoprivano il pianeta dalla fine dell'era glaciale è perduta per sempre, e la maggior parte delle residue foreste è frammentata in aree ridotte.<br />
Per "frontier forests" o paesaggi forestali intatti, si intendono ecosistemi a base forestali che coprano un'area che superi i 500 chilometri quadrati e le cui funzionalità naturali non siano intaccate dall'intervento umano.<br />
<br />
<strong>Aree coperte</strong><br />
In Europa, la massima concentrazione di foreste si trova in Fennoscandia, dove la foresta copre il 65% del territorio, seguita dalla Russia europea e dalla Siberia con il 43%. La concentrazione si mantiene molto alta anche nei paesi a clima tropicale e monsonico: Giappone (52%), Indonesia e Birmania(55%), Repubblica Democratica del Congo e Camerun(44%).<br />
Le regioni più forestate in Italia sono il Trentino-Alto Adige, la Liguria e la Calabria<br />
<br />
<strong>Ecosistema</strong><br />
La foresta è parte integrante e fondamentale dell'ecosistema, fornisce ossigeno per la sopravvivenza degli esseri aerobi, cibo per gli erbivori nonché rifugio per una buona parte del mondo animale selvatico.<br />
<br />
<strong>Interesse economico</strong><br />
La foresta è un'importante fonte economica per via del legname e dei suoi derivati, dalle numerose applicazioni industriali. Tra i maggiori produttori di legname vi sono la Russia (25% del totale mondiale) e gli USA (20%).<br />
<br />
Fonte: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Foresta" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong></a> - L'enciclopedia libera.<br />
Il testo è disponibile secondo la licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong> Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo</a>; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le <a href="http://wikimediafoundation.org/wiki/Terms_of_Use/it" target="_blank">Condizioni d'uso</a> per i dettagli.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-15506234468927776322012-09-18T19:08:00.004+02:002012-09-18T20:38:56.101+02:00Ceduo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-FiE8Vk4l4xE/UFircYIqT7I/AAAAAAAABJs/8cNSdWvPDmM/s1600/Bosco-ceduo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="212" src="http://3.bp.blogspot.com/-FiE8Vk4l4xE/UFircYIqT7I/AAAAAAAABJs/8cNSdWvPDmM/s320/Bosco-ceduo.jpg" width="320" /></a></div><strong>Il ceduo</strong> (dal latino caedo = taglio) <strong>è una forma di governo del bosco</strong> che si basa sulla capacità di alcune piante di emettere ricacci se tagliate. Questo tipo di formazione boschiva è quindi costituita essenzialmente da polloni, cioè da alberi provenienti da rinnovazione agamica (moltiplicazione vegetativa). <br />
Con il taglio il popolamento non viene sostituito nella sua totalità ma solo nella parte epigea. <br />
<a name='more'></a>Sugli alberi è possibile individuare quattro tipi di gemme:<br />
<b>Gemme dormienti</b>: sono quelle che schiudono alla primavera successiva la loro formazione. Da esse dipende il normale allungamento del fusto e della chioma.<br />
<b>Gemme latenti o proventizie</b>: sono gemme frequenti alla base dei fusti, concentrate in particolare sulla zona del colletto (zona ipocotiale), che non si schiudono ma rimangono allo stato latente. Queste sono già preformate e si attivano in risposta ad una sollecitazione esterna (taglio).<br />
<b>Gemme sostitutive o sottogemme</b>: si trovano spesso vicino alle gemme dormienti con lo scopo di sostituirle quando muoiono o non possono svilupparsi.<br />
<b>Gemme avventizie</b>: si formano in seguito ad un’azione traumatica. Esse non sono preesistenti, ma possono formarsi tra legno e corteccia sul callo cicatriziale.<br />
I polloni si distinguono in “veri”e “falsi”. I primi sono quelli che nascono da gemme proventizie e sono già collegati con il sistema vascolare della pianta quindi sono più vigorosi e soprattutto stabili. Quelli che nascono da gemme avventizie richiedono un periodo di tempo più o meno lungo per creare rapporti di connessione con i vasi della pianta risultando più instabili meccanicamente e quindi di scarso interesse forestale.<br />
<br />
<strong>Tipi di ceduo</strong><br />
Distinguiamo due tipi di ceduo.<br />
<br />
<strong>Ceduo coetaneo</strong><br />
Il ceduo coetaneo è di due tipi: semplice o matricinato. Nel ceduo semplice tutte le ceppaie vengono sottoposte al taglio, come avviene, ad esempio, per il nocciolo. In nord Europa le latifoglie sono rare e vengono sottoposte alla ceduazione totale. In Italia per legge il ceduo semplice può essere applicato solo in alcuni tipi di boschi composti da specie che fruttificano giovani o che emettono facilmente polloni radicali: in entrambi i casi le matricine possono quindi risultare superflue. Pur con differenze fra le varie regioni, possono di norma essere governati a ceduo semplice i boschi cedui di salice, pioppo, ontano, nocciolo o robinia. Il ceduo matricinato prevede, invece, il rilascio di alcune piante che prendono appunto il nome di matricine; queste hanno diverse funzioni. In primo luogo provvedono alla rinnovazione, necessaria per sostituire le ceppaie invecchiate che hanno perso la loro capacità pollonifera. Queste sono facilmente riconoscibili in quanto si allargano svuotandosi all’interno. Altre ragioni per cui vengono rilasciate le matricine sono quella di garantire la biodiversità attraverso l’impollinazione e di prevenire l’erosione del suolo mantenendo sempre un certo grado di copertura. Alcuni distinguono fra matricine e riserve. Queste ultime hanno la stessa funzione delle prime, ma appartengono a specie differenti rispetto a quelle di cui è costituito in prevalenza il bosco ceduo. <br />
Prima di eseguire un taglio vanno presi in considerazione i seguenti fattori:<br />
<strong>Età</strong>: bisogna prendere in considerazione il turno (l’intervallo di tempo che passa da un taglio all’altro). Esistono diversi tipi di turno:<br />
<strong>1. Turno fisiocratico</strong>: quello comandato dalla biologia e dalla stazione che coincide con l’anno che rende massimo l’incremento di massa corrente. Oltre questo limite non è più conveniente tenere il ceduo.<br />
<strong>2. Turno tecnico</strong>: deriva dal particolare assortimento che voglio ottenere. Esso può cadere prima o dopo il punto fisiocratico.<br />
<strong>3. Turno commerciale</strong>: è quello che rende massimo il reddito fondiario e che in pratica deriva dalla domanda<br />
<strong>4. Turno economico</strong>: è quello che rende massimo il valore capitale di un bosco assestato; non deriva né dalla natura né dal prodotto, ma dal mercato.<br />
<strong>Intensità di matricinatura</strong>: (80-120 n/ha). Indice arbitrario. Si tende verso 80 in caso di specie eliofile, verso 120 in caso di specie sciafile. È da tener presente anche la stazione (esposizione, pH del terreno, ecc.). La protezione del suolo da parte delle matricine è molto limitata (ca. 10%) ed esagerare nella matricinatura non risolve il problema dell’erosione e potrebbe avere effetti negativi sulla rinnovazione delle specie eliofile.<br />
<strong>Tipo di matricinatura</strong>: può essere uniforme o distribuita per gruppi. Quest’ultima contribuisce a mantenere la biodiversità in quanto possono costituire un ricovero per alcune specie di animali ed in più riduce l’erosione in caso di boschi di versante.<br />
<br />
<strong>Ceduo a sterzo o disetaneo</strong><br />
Nel ceduo a sterzo sulla stessa ceppaia sono presenti polloni di età differente. Il ceduo a sterzo è una forma di trattamento tradizionale in alcune zone, legata soprattutto alla produzione di carbone. Su ogni ceppaia vengono rilasciati polloni di età pari a una, due e tre volte il turno. Questo permette di avere assortimenti differenti e di mantenere una copertura costante del suolo. Il ceduo a sterzo non trova più grande applicazione, sia per la diminuzione della domanda degli assortimenti ritraibili da questo tipo di trattamento, sia perché richiede personale molto qualificato per l’esecuzione del taglio e perché si presta poco all’utilizzo della motosega.<br />
<br />
<strong>Tipi di taglio</strong><br />
Il taglio può essere fatto:<br />
<strong>a ceppaia</strong>: il taglio è fatto in prossimità del terreno;<br />
<strong>fuori terra</strong>: il taglio viene eseguito da un’altezza di 10-20 cm dal suolo;<br />
<strong>a capitozza</strong>: il taglio avviene ad una certa altezza da terra;<br />
<strong>a scalvo o sgamollo</strong>: il taglio non riguarda il fusto ma i rami.<br />
Tipi di taglio sono la succisione, in cui il taglio è fatto rasente il terreno, e la tramarratura, in cui il taglio della ceppaia viene fatto qualche centimetro sotto il livello del terreno; entrambi servono a stimolare la capacità pollonifera della ceppaia. È importante eseguire il taglio in modo che non si verifichino ristagni d’acqua, ad esempio in passato si adottava il "taglio a chierica di monaco" dando alla superficie una forma arrotondata per facilitare lo sgrondo dell'acqua e favorire l'emissione di polloni nella parte bassa del taglio.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ceduo" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong></a> - L'enciclopedia libera.<br />
Il testo è disponibile secondo la licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong> Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo</a>; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le <a href="http://wikimediafoundation.org/wiki/Terms_of_Use/it" target="_blank">Condizioni d'uso</a> per i dettagli.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-83099474187926321262012-09-18T18:53:00.002+02:002012-09-18T21:09:21.871+02:00Bosco<i><b>"Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà." </b>(Bernardo di Chiaravalle, Epistola 106 n.2) </i><br />
<br />
Il bosco o selva è un'ampia superficie di terreno coperto da alberi, solitamente d'alto fusto.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/--8B0_7VB_s4/UEUWTN9_S_I/AAAAAAAAA9k/3KbM8z6qiEA/s1600/Bosco-castagno-ceduo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fea="true" height="255" src="http://3.bp.blogspot.com/--8B0_7VB_s4/UEUWTN9_S_I/AAAAAAAAA9k/3KbM8z6qiEA/s320/Bosco-castagno-ceduo.jpg" width="320" /></a></div><b>Definizioni</b><br />
Per distinguere un bosco da un'alberatura, da un frutteto o da simili piantagioni è stata creata la seguente definizione: un bosco, per essere tale, deve avere un'estensione minima di 5.000 m², con altezza media degli alberi di almeno di 5 m, una percentuale di copertura del suolo di almeno il 20% nonché una larghezza minima di almeno 20 m.<br />
Le leggi ed i regolamenti forestali delle varie regioni italiane propongono, dal punto di vista legislativo, parametri diversi, ma comunque analoghi a quelli sopra esposti.<br />
<a name='more'></a>I boschi sfruttati dall'uomo sono distinti in <b>cedui e fustaie.</b><br />
<b>Ceduo </b>è un bosco tagliato periodicamente (di solito ogni 10/30 anni), che a seguito del taglio si rigenera grazie all'emissione di polloni, cioè di ricacci dalla ceppaia. Il bosco perciò si rigenera prevalentemente per via vegetativa o agamica.<br />
<b>Fustaia </b>(o "bosco d'alto fusto") è un bosco che è tagliato ad intervalli di almeno 40/100 anni e in modo tale che, dopo il taglio, il bosco stesso si rinnovi attraverso la nascita di nuove piantine (plantule), nate dai semi degli alberi pre-esistenti o lasciati dopo il taglio ("alberi portasemi" o "riserve"). Il bosco perciò si rigenera soprattutto per via sessuata o gamica.<br />
La gestione del bosco ad alto fusto, permettendo il taglio solo a intervalli molto distanziati, si addice alle grandi proprietà (che sono perlopiù pubbliche), dove è possibile procedere al taglio a lotti scaglionati nel tempo (assestamento forestale). Nelle piccole proprietà, la necessità di ottenere legname ogni anno spinge il possessore del bosco a una gestione dello stesso a ceduo. Inoltre, solitamente, dai cedui si ottiene soprattutto legna da ardere o, soprattutto nel caso del Castagno, pali; le fustaie invece forniscono legname da opera di ogni tipo.<br />
In Italia circa un terzo dei boschi sono fustaie e i due terzi cedui; le fustaie sono soprattutto di conifere (che non emettono polloni), di Faggio e di Castagno mentre tra i cedui prevalgono le Querce decidue e sempreverdi ed i boschi misti sia collinari che della macchia mediterranea.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Nq8kbVez4KM/UEUX-Hzv2VI/AAAAAAAAA90/t5bK3mPbMrk/s1600/Bosco-di-faggio-altofusto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fea="true" height="255" src="http://3.bp.blogspot.com/-Nq8kbVez4KM/UEUX-Hzv2VI/AAAAAAAAA90/t5bK3mPbMrk/s320/Bosco-di-faggio-altofusto.jpg" width="320" /></a></div><b>Specie arboree e zonazione dei boschi in Italia</b><br />
Le specie arboree componenti i boschi italiani si possono dividere in <strong>conifere e latifoglie</strong>, le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano estese foreste anche nei pressi del mare; le latifoglie predominano in tutte le altre località. <br />
Partendo dalle coste i primi boschi che si incontrano sono quelli di <strong>Pini marittimi</strong> (<strong>Pinus pinea o pino domestico, Pinus pinaster o pino marino, Pinus halepensis o pino d'Aleppo</strong>) che prosperano lungo le coste sabbiose, dietro la fascia dunale. Questi boschi non sono in genere tagliati a causa dello scarso valore del legname ma vengono utilizzati per la raccolta dei pinoli e per fruizione turistica. <br />
Più nell'entroterra, nell'Italia centromeridionale ed in Liguria, si incontra la tipica macchia mediterranea dominata dal <strong>Quercus ilex o Leccio</strong> accompagnato dall' <strong>Arbutus unedo o Corbezzolo</strong>, la <strong>Quercus suber o Sughera</strong>, eccetera. I boschi a prevalente Leccio sono quasi uniformemente trattati a ceduo. <br />
I querceti caducifogli che si trovano nella fascia sopramediterranea e prealpina sono composti prevalentemente da <strong>Quercus pubescens o Roverella, Quercus cerris o Cerro, Quercus robur o Farna e Quercus petraea, accompagnati da Fraxinus ornus o Ornello, Acer monspessulanum o Acero minore, Ostrya carpinifolia e Carpinus betulus o Carpini</strong>, etc. Questi boschi forniscono eccellente legna da ardere. In questa fascia, soprattutto su terreni a pH acido sono stati impiantati, fin dal periodo romano, estesi boschi di <strong>Castanea sativa o Castagno</strong>, impiegato per il frutto e per la <strong>produzione di legname da costruzione</strong>. <br />
A monte dei castagneti si estende il regno del <strong>Fagus sylvatica o Faggio</strong> (orientativamente tra 600 e 1800 metri di altezza) che forma boschi molto spesso puri ma talvolta misti con <strong>Abies alba o Abete bianco</strong> e, ma solo sulle Alpi, <strong>Picea abies o Abete rosso e Larix decidua o Larice</strong>. <br />
Specie intercalari di questi boschi sono costituiti dall' <strong>Ilex aquifolium o Agrifoglio, Acer pseudoplatanus o Acero di monte, Taxus baccata o Tasso e Tigli</strong>. Le faggete erano governate a ceduo nel recente passato ma adesso sono quasi tutte in conversione a fustaia. Forniscono un ottimo legname utilizzato nella costruzione di mobili. Sulle montagne delle Alpi a quote superiori si trovano boschi puri di conifere delle specie sopra menzionate accompagnate da varie specie di <strong>Pinus (pini) montani</strong> (<strong>Pinus cembra o Pino cembro, Pinus mugo o Pino mugo, Pinus nigra o Pino nero e Pinus sylvestris o Pino silvestre</strong>). Al di sopra delle estreme propaggini di queste formazioni sempreverdi (limite del bosco), oltre a qualche sporadico cespuglieto, si incontra solo vegetazione erbacea.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bosco" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong></a> - L'enciclopedia libera.<br />
Il testo è disponibile secondo la licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it" target="_blank"><strong><u>Wikipedia</u></strong> Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo</a>; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le <a href="http://wikimediafoundation.org/wiki/Terms_of_Use/it" target="_blank">Condizioni d'uso</a> per i dettagli.Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-47652137986880784672012-09-18T01:17:00.000+02:002015-01-22T00:12:58.292+01:00Legname da costruzione e lavoro: Larice<!--LARICE INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Larice</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-xbim4IL_vxk/UDrESDeMEfI/AAAAAAAAA14/0MBEi0Wt5Q0/s1600/larice.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-xbim4IL_vxk/UDrESDeMEfI/AAAAAAAAA14/0MBEi0Wt5Q0/s200/larice.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Larix decidua)</em><br />
<em>Fam. Pinaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Larice comune<br />
Larice europeo
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Il Larice comune è distribuito sulle Alpi tra i 1400 e 2200 m s.l.m., ma è coltivato anche in alcune zone dell'Appennino. Nelle zone dove il Larice europeo vive indigeno è stato inserito anche il Larice del Giappone (Larix kaempferi), più resistente al cancro del Larice comune. <br />
In Italia esistono due qualità di Larice comune:<br />
<em><strong>- il</strong> <strong>Larice di bosco</strong></em>, che comprende le piante cresciute in ambiente boscoso o nell'alto pascolo;<br />
<em><strong>- il</strong> <strong>Larice di prato</strong></em>, cresce nei prati tra un bosco e l'altro e nei bassi pascoli ove prevale l'umidità del terreno, da non confondere con quello d'alto pascolo.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
E' un albero resinoso a crescita piuttosto rapida raggiunge 25–45 m di altezza e 1 metro di diametro. Ha tronco unico e quasi sempre perfettamente diritto, dalla corteccia fessurata da numerose screpolature verticali, di colore rosso all'interno. E' assai longevo e se non venisse abbattuto mediamente tra i 100 e i 140 anni potrebbe oltrepassare il millennio di vita. <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il Larice è un legname mediamente duro e se ben stagionato ha buone proprietà meccaniche e di stabilità. E' molto compatto e robusto, il colore è rossastro con venature scure o giallo chiaro simili all'Abete douglas.<br />
<strong><em>- Larice di bosco:</em></strong> ha legname duro, con durame abbondante e piuttosto evidente di colore rossiccio e anelli sottili e ravvicinati; è il miglior legname di larice comune.<br />
<strong><em>- Larice di prato:</em></strong> ha legname di qualità nettamente inferiore al precedente, non sviluppa durame, ha anelli decisamente larghi che sono particolarmente soggetti a marciumi.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Per la facile lavorazione e il bel colore rosso intenso, è molto apprezzato nei lavori di falegnameria, specie per gli esterni. Immerso in terra o in acqua, ha lunga durata. Viene utilizzato per costruire mobili, case di legno, pavimenti, rivestimenti e infissi interni ed esterni. La varietà detta <em>americana</em> è impiegata anche per la costruzione di navi. Ha ottima resa perfino come combustibile, specialmente se trasformato in pellet.<!--LARICE FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-51073070154984810102012-09-17T15:32:00.004+02:002017-04-30T00:30:45.107+02:00Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: alberi monumentali<div style="font-size: 10%;">
<span style="color: #eeeeee;"><b>Produzione legname da costruzione e lavoro in Firenze, legname da costruzione in Toscana, produce timber for construction, travature, beams, legno massello stagionato, old solid wood, assiti, planks timber, pellet, Foresta di Vallombrosa, Forest of Vallombrosa, costruzioni edili, ristrutturazione coloniche e siti storici, Foreste Casentinesi, Pratomagno, Mugello, castagno, abete, quercia, rovere, cipresso, noce nazionale, pino, larice, tiglio, olmo, mogano, faggio, pino di svezia, ciliegio, pioppo, jetulong, Appennino Toscano.</b></span></div>
<div style="-moz-box-shadow: 0px 2px 4px rgba(0,0,0,0.5); -webkit-box-shadow: 0px 2px 4px rgba(0,0,0,0.5); background-color: #686867; box-shadow: 0px 2px 4px rgba(0,0,0,0.5); height: 311px; width: 552px;">
<iframe width="550" height="309" src="https://www.youtube.com/embed/y6NIHnUNTjA?rel=0&showinfo=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-56052483599398228202012-09-17T02:26:00.001+02:002015-01-22T00:28:58.139+01:00Legname da costruzione e lavoro: Hickory<!--HICKORY INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Hickory bianco</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-QG1sB7R720Y/UFZtFf_MYXI/AAAAAAAABEc/RV8S_zuaw7o/s1600/Hickory-.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-QG1sB7R720Y/UFZtFf_MYXI/AAAAAAAABEc/RV8S_zuaw7o/s1600/Hickory-.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Carya ovata)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Juglandaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Noce americano<br />
Mockernut<br />
Carya
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
Albero originario del Nord America, dove forma foreste miste di latifoglie. Introdotto in Europa ai primi del scolo XVII, è stato impiegato soprattutto in Germania a scopo di sperimentazione forestale. E' presente in Italia solo a scopo ornamentale. Predilige i versanti montani anche ventosi, con climi umidi esposti a sud, come anche i terreni alluvionali, fertili e argillosi, ma si rivela assai adattabile a una grande varietà di condizioni climatiche. E’ una pianta decisamente rustica nel suo areale di distribuzione in America, dove si sono registrate temperature estreme come -40°C e +46°C.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
E' un albero imponente che raggiunge nella zona di origine i 40 metri e un diametro di 60-70 cm, con una chioma verde scuro espansa soprattutto in verticale. Il tronco è dritto con corteccia grigia, che negli esemplari maturi si sfalda in placche che si sollevano dal fusto prima di cadere.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
Il legno di Hickory è duro, flessibile e resistente, di grandissima qualità. L'alburno è bianco o bruno pallido, il durame va dal bruno al bruno rossastro. Ha fibratura dritta e tessitura media con superficie opaca, è moderatamente durevole, facilmente attaccabile da insetti xilofagi. Si lavora abbastanza bene, piallatura e levigatura non presentano difficoltà ed è curvabile a vapore. Conviene effettuare la stagionatura con particolare attenzione perché ha una spiccata tendenza a fessurarsi.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br>
Viene utilizzato per fabbricare mazze da baseball e da golf, attrezzi da atletica e ginnici in generale, pavimenti, mobili di pregio, bacchette per percussioni, sci, manici di attrezzi e perni. Ottimo come combustibile, produce carbone di qualità.<!--HICKORY FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-29401880947736952202012-09-17T00:41:00.002+02:002015-01-22T00:29:50.826+01:00Legname da costruzione e lavoro: Frassino<!--FRASSINO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Frassino</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pXorjWHOXI0/UFZUEzee-EI/AAAAAAAABEE/VeEbr8k-1M4/s1600/Frassino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pXorjWHOXI0/UFZUEzee-EI/AAAAAAAABEE/VeEbr8k-1M4/s1600/Frassino.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Fraxinus excelsior)</em> <br />
<em>Fam. </em> <em>Oleaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Frassino eccelso<br />
Frassino maggiore
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
Il Frassino appartiene alla famiglia delle Oleaceae, che comprende circa 65 specie di alberi o arbusti a foglie decidue, originarie delle zone temperate dell'emisfero settentrionale. Le specie più diffuse in Italia sono il: <i>Fraxinus excelsior</i> conosciuto anche come Frassino maggiore; il <i>Fraxinus ornus</i> noto anche come Orno o Orniello, o come Frassino da manna o Albero della manna poiché viene utilizzato per la produzione della manna; il <i>Fraxinus angustifolia</i> comunemente detto Frassino meridionale. Altri tipi di Frassino sono: il <em>Fraxinus americana</em>, originario della costa pacifica degli Stati Uniti, che può raggiungere i 25-30 metri di altezza; il <em>Fraxinus oxycarpa</em>, di dimensioni più contenute rispetto agli altri frassini, che raggiunge altezze di 15-20 metri.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
E' un albero caratterizzato da crescita rapida iniziale, alto da 8 a 20 metri, che eccezionalmente può raggiungere i 30-40 metri di altezza, con un diametro del tronco di 50-60 cm. Il fusto è slanciato e solitamente poco ramificato, non sempre diritto; la corteccia è grigia, liscia negli esemplari giovani, tende a diventare rugosa e fessurata con il passare del tempo.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
Il Frassino è un legno tenace, durevole, flessibile e leggero, si annovera tra i legni più pesanti e duri. Il colore è bianco rosato madreperlaceo, ma può avere anche sfumature verdognole, l'alburno è di colore biancastro, il durame è leggermente più scuro. Ha tessitura media con fibratura generalmente diritta. Segagione, piallatura e levigatura risultano di facile esecuzione, essiccazione è agevole ma con possibili deformazioni, la sfogliatura viene eseguita di rado; si può curvare col vapore, pulire e lucidare molto bene. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br>
In passato era impiegato per la realizzazione dei raggi delle ruote in legno dei carri agricoli a trazione animale, attualmente il legno di Frassino è particolarmente utilizzato per sfogliati decorativi, pavimenti (parquet), scalini, mobili in legno piegato. Per le buone proprietà meccaniche viene utilizzato per le attrezzature sportive: parallele, remi, spalliere; per gli attrezzi da lavoro: manici per martelli ed asce, scale a pioli; per la costruzione di utensili e di strumenti musicali: bacchette per percussioni. Vi si fabbricano anche sci e racchette da sci, eliche per aeroplani, mobili, bastoni, ombrelli e altre cose che richiedono un legno forte e resistente. E' anche un ottimo combustibile e i tronchi di questa pianta ardono bene anche quando sono ancora freschi, perché contengono una sostanza infiammabile. Il Frassino meridionale è ampiamente usato nell'arredo urbano dei viali e dei parchi.<!--FRASSINO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-8417858906717741122012-09-16T00:48:00.001+02:002015-01-22T00:31:40.933+01:00Legname da costruzione e lavoro: Faggio<!--FAGGIO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Faggio</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-FTqHWayVa9s/UFT7PHhDVPI/AAAAAAAABDs/K3dnAryUOaQ/s1600/Faggio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-FTqHWayVa9s/UFT7PHhDVPI/AAAAAAAABDs/K3dnAryUOaQ/s1600/Faggio.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Fagus sylvatica)</em><br />
<em>Fam. Fagaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Faggio
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
Il Faggio è una pianta tutta europea, presente dalla Svezia meridionale ai monti della Sicilia e della Gran Bretagna alla Russia sudorientale. Le faggete colonizzano la maggior parte delle colline più elevate del nostro paese. Il genere <em>Fagus</em> comprende specie arboree e arbustive originarie dell'Europa, America, Giappone e Cina.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
E' un albero imponente alto fino 30-35 metri, che raggiunge i 300 anni di età; i tronchi commerciali vengono utilizzati a 100-140 anni. Il tronco è solitamente diritto, cilindrico da giovane, largamente scanalato da vecchio; la scorza sottile si presenta caratteristicamente liscia e lucente, grigio chiaro.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
Il legno di Faggio, omogeneo e pesante, privo di elasticità ma resistente, inizialmente di colore chiaro, quasi bianco, assume il noto colore rosato attraverso la vaporizzazione e l’essiccamento. Con l’azione della luce, il colore vira fino al giallo pallido, spesso con durame facoltativo rossobruno, dal contorno irregolare. Legno a porosità semidiffusa, con pori nel legno tardivo meno numerosi e più piccoli, e con raggi midollari ben visibili in tutte le sezioni di taglio. Si lavora facilmente e grazie alla struttura uniforme si presta bene alla fresatura, alla tornitura e all’intaglio. Dopo idoneo trattamento con vapore, il legno di Faggio si taglia, si sfoglia e si piega molto bene. Durante l’essiccamento il Faggio tende a incurvarsi e fendersi, con un ritiro molto marcato. Il legno si colora facilmente e può assumere quasi ogni tonalità di colore. Non è durevole (classe di durabilità 5) ed è molto impregnabile.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br>
Ottimo per lavori di tornitura, il legno di Faggio viene impiegato nella costruzione di mobili e arredi interni, strumenti musicali, sedie, impiallacciature e compensati, scale e parquet, inoltre la sua resistenza a scheggiarsi lo rende il materiale ideale per fabbricare i calci dei fucili. Altri campi di impiego sono i giocattoli, gli utensili da cucina, le spazzole e parti di attrezzi, imballaggi come le cassette per la frutta. Impregnato con catrame viene impiegato ancora per le traversine ferroviarie. Oltre a ciò il Faggio viene impiegato nella produzione di cellulosa e di pannelli in materiale legnoso. E' infine apprezzato come legna da ardere e per la produzione di carbone di legna.<!--FAGGIO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-66746964277112741732012-09-15T23:08:00.001+02:002015-01-22T00:32:28.566+01:00Legname da costruzione e lavoro: Ebano<!--EBANO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Ebano</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-nfw9tnvvGlM/UFTtlIzyyhI/AAAAAAAABDU/TWouH2OWbx0/s1600/Ebano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-nfw9tnvvGlM/UFTtlIzyyhI/AAAAAAAABDU/TWouH2OWbx0/s1600/Ebano.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Diospyros ebenum)</em><br />
<em>Fam. Ebenaceae</em> <br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Ebano
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
L'Ebano proviene dalle Indie, dalle Antille o dall'Africa. Con lo stesso termine vengono erroneamente designati anche altri legnami. La qualità di maggior pregio, per il suo colore nero e per la sua grana molto fine, è data dal <i>Diospyros ebenum</i> e dal <i>Diospyros melanoxylon</i>, provenienti dalle Indie.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
Si tratta di una pianta particolarmente alta, dalla corteccia grigia. Gli alberi di età più avanzata presentano il durame completamente annerito a causa dell'azione di un fungo parassita che ne fa precipitare gli elementi e contemporaneamente virare il colore in nero o marrone scuro. <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
Il legno di Ebano è proverbialmente duro e scuro, caratterizzato da tessitura fine e fibre prevalentemente diritte, con grana finissima con che lo rende molto compatto e pesante (non galleggia); la maggior parte delle varietà di Ebano presenta un peso specifico superiore ai 1000 kg/m³, è quindi uno dei legnami più densi. Si deve alla deposizione di tannini il colore nero delle varietà più pregiate, ma esistono anche tipi di ebano verdi o rossi o screziati di bruno o di grigio. Essendo un legname molto costoso, è pratica comune tingere in nero essenze di altre piante di più facile reperibilità. Ottimi risultati si ottengono colorando il Pero o il Carpino bianco. La stagionatura è lunga e difficile; è sconsigliata l'essiccazione artificiale che può provocare fessurazioni. La segagione è difficoltosa e rovina la lama delle seghe, meglio se effettuata quando il legno non è ancora stagionato. La piallatura è difficoltosa ma di ottima resa estetica (attenzione! la segatura di ebano è irritante); la tornitura dà ottima resa; la superficie può essere rifinita e lucidata molto bene. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br>
In falegnameria viene impiegato per la fabbricazione di mobili di lusso, di strumenti musicali, di stipetteria, impiallacciature, manici di coltello e per oggetti ornamentali. A causa della sua rarità viene anche venduto a peso, specie le pezzature di colore nero, più pregiate.<!--EBANO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-72292314869098065782012-09-15T01:22:00.004+02:002015-01-22T00:33:40.797+01:00Legname da costruzione e lavoro: Corniolo<!--CORNIOLO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Corniolo</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-EX5WTDN90aM/UFPUt6TLZkI/AAAAAAAABC8/hZeq57mxpCQ/s200/Corniolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-EX5WTDN90aM/UFPUt6TLZkI/AAAAAAAABC8/hZeq57mxpCQ/s200/Corniolo.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Cornus mas)</em><br />
<em>Fam. Cornaceae</em> <br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Corniolo<br />
Corniello
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
Pianta molto longeva originaria delle zone comprese tra Iran, Asia Minore e Transcaucaso, il Corniolo cresce spontaneamente nelle macchie boschive tra i 500 e i 1.200 metri di altitudine nelle regioni del nord Italia. Molto rustico e resistente, tipico dei boschi di latifoglie, vegeta soprattutto ai margini dei popolamenti arborei in posizione soleggiata, prediligendo terreno secco e calcareo dei boschi d'alta collina o di montagna. Non teme il caldo estivo o il freddo invernale e sopporta senza danni anche brevi periodi di siccità. In Italia viene coltivato solo sporadicamente in giardini o frutteti amatoriali. <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
E' un albero (o cespuglio) alto dai 4 ai 6 metri (eccezionalmente a 8 metri), ha fusto di ridotta pezzatura, ramificato a breve distanza dal suolo, con corteccia sottile grigio-verdastra o bruno ruggine, talvolta fessurata e rossastra all'interno.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
Il legno del Corniolo è di colore bruno-chiaro nelle parti interne (alburno) mentre nella corteccia è rossastro, con anelli poco distinti. E' il legno più duro, tenace, compatto e pesante esistente in Europa. Il legno si presta ottimamente per realizzare oggetti artigianali, ma le qualità che fanno apprezzare il Corniolo non sono unicamente durezza e durata, bensì la straordinaria lucentezza del legno finito, che diventa liscio e setoso, arricchito da sfumature e screziature che lo rendono somigliante a una pietra dura o al corno levigato di un animale.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br>
In passato, sia il tronco che i rami di Corniolo erano ricercati per costruire attrezzi agricoli che richiedevano lunga durata e notevole robustezza come: ruote, ingranaggi, aratri, erpici, forconi, doghe, ecc. Oggi artigiani e scultori ricercano questo prezioso legno per farne piccole sculture, bastoni d’ombrello o da passeggio, oggetti intarsiati, ma è particolarmente apprezzato per lavorazioni di tornitura e per la produzione di pipe. Dalla corteccia si estrae tannino di colore giallo per la concia delle pelli.<!--CORNIOLO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-41649947836780588072012-09-10T00:41:00.002+02:002012-09-10T00:43:34.254+02:00Impiego delle biomasse legnose e conservazione dei boschi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-FmU1IGZjmCY/UE0a-Oh30TI/AAAAAAAABA4/XJPKq8ICw1U/s1600/Biomassa-combustibile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="239" src="http://2.bp.blogspot.com/-FmU1IGZjmCY/UE0a-Oh30TI/AAAAAAAABA4/XJPKq8ICw1U/s320/Biomassa-combustibile.jpg" width="320" /></a></div>A Roma, nell’ambito della annuale conferenza sulla efficienza energetica, si è svolto un convegno, organizzato da Coldiretti e dall’associazione Amici della Terra, dedicato alla filiera bosco-legno-energia, intitolato significativamente <strong>Custodi del bosco</strong> in relazione al ruolo che il mondo rurale, in particolare le aziende forestali, possono avere in una pianificazione energetica regionale adeguata alle risorse del territorio e rispettosa delle sue caratteristiche. <br />
<a name='more'></a><br />
Nel discorso più generale dello sviluppo delle fonti rinnovabili, infatti, occorre porre una attenzione particolare al contributo dell’energia termica, anche con l’obiettivo di rimuovere alcune criticità che sono emerse nel diverso ambito delle fonti di produzione dell’energia elettrica, dalla determinazione degli incentivi, alla localizzazione degli impianti, all’effettiva efficienza energetica degli interventi, al rispetto del paesaggio.<br />
<br />
Nel prendere atto del ritardo accumulato rispetto al settore elettrico, va evidenziato come Il fattore più rilevante dello sviluppo del settore termico risieda proprio nel fatto che si tratta di una energia a misura di territorio. Le filiere da sviluppare e premiare, quindi, non possono che essere corte e territoriali. In questo senso è evidente come, in termini di risorsa principale, si debba partire dal bosco. <br />
<br />
In Italia, tra l’altro, scontiamo un grande paradosso in questo senso, visto che, pur configurandoci come un paese dalla consistente superficie boscata (il dato forestale complessivo è di circa 11 milioni di ha), siamo i primi importatori mondiali di legna da ardere (954.000 m3 nel 2009 - fonte Fao) e i quarti di cippato e di scarti legno (1.417.000 m3 nel 2009 – fonte Fao)*. <br />
<br />
Se allo scenario aggiungiamo l’elevato livello del consumo residenziale di legna da ardere (che attualmente sfugge alla contabilizzazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi energetici, ma che, confrontando diverse fonti, sembra attestarsi tra i 15 e i 20 milioni di tonnellate all’anno), appare evidente l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle note valenze territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbero contribuire in modo decisivo anche al raggiungimento degli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale al 2020 (secondo il quale le biomasse, tra le quali spicca il ruolo dei prodotti legnosi, dovranno coprire il 44% dei consumi di fonti rinnovabili e il 58% dei consumi di calore totale), fornendo biomassa ottenuta con metodi sostenibili (sia nella produzione che nel taglio) nell’ambito di una filiera sostenibile anche nelle modalità di trasformazione energetica (caldaie moderne ed efficienti). <br />
<br />
Il convegno del 30 maggio ha costituito l’occasione per un approfondimento di questi temi, coinvolgendo, nella mattinata, esperti nazionali e rappresentanti istituzionali, per poi dare spazio, nel pomeriggio, agli operatori di settore. Da segnalare anche una dimostrazione intitolata “Gli uomini neri colorano Roma”, svoltasi nel cortile del Centro Congressi a cura dell’Anfus (L’associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini) che ha messo in evidenza l’importanza delle buone pratiche di manutenzione dei camini e delle canne fumarie. <br />
<br />
Nell’ambito dei lavori del convegno, Coldiretti ha ribadito come la promozione efficiente e sostenibile della biomassa legnosa sia importante, specie se viene sviluppata secondo una logica di filiera corta, sia per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, sia come leva per consolidare il ruolo di tutela attiva del boschi (lotta agli incendi, prevenzione di frane e alluvioni, ecc.). Nella sessione mattutina del convegno si segnala, tra l’altro, la partecipazione di Guido Bortoni (Autorità per l’Energia Elettrica e Gas), Tommaso Franci (Amici della Terra), Roberto Jodice (Cortea), Costantino Lato (Gse), Stefano Cilli (Mipaaf), oltre che dell’assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Dario Stefàno.<br />
<br />
Il pomeriggio, a seguire della relazione introduttiva a cura di Gabriele Calliari (Federforeste), si sono alternati numerosi interventi di operatori specializzati, con una predominanza di contributi relativi ad esempi applicativi di tecnologie particolarmente adatte alla scala agricola (dimensioni degli impianti ridotte e operanti nell’ambito di iniziative di filiera corta).<br />
<br />
<div style="text-align: left;">Fonte web: <a href="http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Energia-Fonti-Rinnovabili/Pagine/Sostenerel%E2%80%99impiegoenergeticodellebiomasselegnoseaiutaaconservareiboschi.aspx" target="_blank"><strong><u>www.ambienteterritorio.coldiretti.it</u></strong></a></div><div style="text-align: left;">Opera soggetta a licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/it/" target="_blank"><strong><u>Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.5 Italy</u></strong></a></div>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-66100233878815695632012-09-07T01:30:00.001+02:002021-08-25T21:07:33.076+02:00Legname da costruzione e lavoro: Cipresso<!--CIPRESSO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Cipresso</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-HC9cocjjyIE/UFKMOPvRMMI/AAAAAAAABCI/5tT_mDE-D8U/s1600/Cipresso.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-HC9cocjjyIE/UFKMOPvRMMI/AAAAAAAABCI/5tT_mDE-D8U/s1600/Cipresso.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Cupressus sempervirens)</em><br />
<em>Fam. Cupressaceae</em> <br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Cipresso
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br>
Il Cipresso è originario della regione mediterranea orientale, da dove è stato diffuso in tutta l’Europa meridionale fin dall'antichità. Vegeta in zone a clima caldo con estati secche e si adatta a terreni diversi, prestandosi a rimboschimenti di terreni aridi, calcarei o franosi, sovente anche con funzione paesaggistica. La principale minaccia di questa pianta è il fungo che è causa del cosiddetto <em>Cancro del Cipresso</em>. La richiesta italiana di legno di Cipresso è coperta dalla produzione nazionale, concentrata in maggior parte nelle provincie di Firenze, Prato, Siena e Pisa, ove cresce ad altitudini di 200-700 metri. <strong>Il genere <i>Cupressus</i> comprende una ventina di specie</strong> diffuse in tutte le regioni a clima caldo o temperato-caldo, anche arido, dell'emisfero settentrionale: in America settentrionale e centrale, in Europa meridionale, in Africa settentrionale, in Asia dal Vicino Oriente fino alla Cina e al Vietnam. Più di metà delle specie sono originarie del triangolo formato da California, Arizona e Messico. Una curiosità: esistono Cipressi perfino nel cuore del deserto del Sahara! <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br>
Albero dal portamento eretto e robusto, di forma colonnare e dalla corteccia sottile, talvolta ramificato fin dalla base; di origine ibrida e di facile coltivazione, alto fino a 25-30 metri, con tronco di 80 cm di diametro.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br>
E' un legno pregiato di eccellente qualità: forte, durevole, con variazioni dimensionali contenute che lo rendono molto stabile; è caratterizzato da un colore giallognolo bruniccio con durame bruno più scuro a contorno irregolare; è privo di canali resiniferi, ha un forte profumo conferitogli dagli oli eterei che si trovano nella corteccia ed è resistente ai parassiti. Presenta una tessitura molto fine che consente un elevato grado di finitura, con una fibratura poco regolare per l’accentuata e grossa nodosità. La segagione e la piallatura risulta difficoltosa sia a causa dei numerosi nodi che delle irregolarità della fibratura. Va fatto essiccare lentamente per evitare spaccature e fenomeni di collasso. La sfogliatura non è praticata e per la tranciatura occorrono pezzi privi di nodi, difficili da trovare.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Viene utilizzato per infissi esterni, per costruire mobili, per lavori di artigianato e nelle costruzioni navali, per la sua eccezionale resistenza anche in ambienti umidi o all’esterno. E' inattaccabile dai tarli e l'odore della sua resina tiene lontano gli insetti, specie le temutissime tarme. Nell'antichità vi si costruivano perfino case e navi.<br>
Una curiosità: le porte di Cipresso di S. Pietro in Roma fatte costruire da Costantino il Grande, rimosse dopo 800 anni da Eugenio III per sostituirle con altre di bronzo, vennero trovate ancora in perfetto stato di conservazione!<br>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-85663066907432708612012-09-05T00:30:00.000+02:002015-01-22T00:35:18.867+01:00Legname da costruzione e lavoro: Ciliegio<!--CILIEGIO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Ciliegio</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-IjMkcDlnRrA/UDrERa9rPRI/AAAAAAAAA1w/cpjcdKfsM5Q/s1600/ciliegio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-IjMkcDlnRrA/UDrERa9rPRI/AAAAAAAAA1w/cpjcdKfsM5Q/s200/ciliegio.jpg" height="140" width="200" yda="true" /></a>
<em>(Prunus avium)<br />Fam. Rosaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Ciliegio<br />
Ciliegio di monte
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
E' un albero deciduo originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia) e del Medio Oriente. Assieme al <i>Prunus cerasus</i> esso è una delle due specie di Ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di Ciliegio coltivato per la produzione di ciliegie. Il genere <i>Prunus</i> è composto da numerose essenze difficilmente differenziabili.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Il Ciliegio cresce dai 15 ai 32 m di altezza, tronco che raggiunge il diametro di 1,5 m. La corteccia è levigata, di colore grigio-porpora-marrone. <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Come tutte le piante da frutto anche il Ciliegio è un legno con buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione), presenta inoltre facilità di seccaggio e talvolta può essere molto nervoso. Ha legno duro e compatto a tessitura fine, con fibre a poro chiuso diritte e regolari, tendenti a deformazioni e piccole spaccature; il colore è rosso bruno-nocciola, con venature ocra, tendente a scurire se esposto al sole. Solo la parte esterna sotto la corteccia viene scartata perché è di colore diverso. La lavorabilità è molto buona, si presta a qualsiasi tipo di fresatura e lavorazione. Viene verniciato al naturale o leggermente anticato. Sarebbe infatti un delitto laccare un legno cosi bello, dalle venature cosi calde e eleganti. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
È ricercato dall'industria, sia in tronchi che in travi, per la costruzione di mobili, d'impiallacciatura e di strumenti musicali, per lavorazioni a intaglio e di tornitura, per farne parquet e boiserie. E' raro trovare mobili in ciliegio massiccio perché il costo di questo legno pregiato è elevato. In commercio si trovano mobili costruiti con legname più economico come: Toulipier, Tiglio o Acero, che, tinti ciliegio e corredati con alcuni particolari (rifiniture) in massello di questo legno pregiato, offrono sì lo stesso aspetto estetico, ma ovviamente non hanno lo stesso valore.<!--CILIEGIO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-50664039877658478762012-09-04T23:53:00.001+02:002015-01-22T00:35:55.376+01:00Legname da costruzione e lavoro: Cembro<!--CEMBRO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Cembro</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-aMXLyZYGrzw/UD1tbkid-0I/AAAAAAAAA4w/lA6SPJ68hfk/s1600/Cembro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-aMXLyZYGrzw/UD1tbkid-0I/AAAAAAAAA4w/lA6SPJ68hfk/s200/Cembro.jpg" fea="true" height="140" width="200" /></a>
<em>(Pinus cembra)</em><br />
<em>Fam. Pinaceae</em><br />
<br />
Nomi comuni:<br />
Cembro<br />
Cirmolo
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Il Pino cembro è originario delle montagne dell'Europa centrale e della Siberia centrale. In Italia si trovano boschi di Cirmolo in Trentino-Alto Adige e in alcune zone delle Alpi Occidentali. Cresce dai 1200 metri di quota fino al limite della vegetazione arborea, formando boschi puri (cirmeti) o misti con altre conifere dell'ambiente alpino. <br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Ha tronco diritto e robusto e anche policormico in stazioni difficili, molto rastremato, con rami curvati verso l'alto, dalla corteccia rugosa e fessurata in placche grigie all'esterno, rosso-brune internamente. È specie longeva a crescita lentissima che può raggiungere i 2-5 secoli di età e un'altezza di 25 metri, ma mediamente raggiungono i 15-18 metri di altezza.<br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il legno ha caratteristiche organolettiche benefiche ed è molto pregiato. Molto tenero e leggero, non viene attaccato dai tarli e si presenta con alburno giallastro e durame bruno-rossastro, è gradevolmente aromatico, resinoso, pallido, a grana dritta, liscio, leggero e tenero, quindi facile a lavorarsi e durante la stagionatura non tende a spaccarsi. Non si scheggia e ha nodi che non si staccano. I lavorati emanano per lungo tempo un caratteristico profumo balsamico. <br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Viene utilizzato per la costruzione di mobili, per pannellature di interni e per lavori di intaglio e sculture. <!--CEMBRO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
<br />
Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7753562576055862170.post-50029295424248359902012-09-04T22:34:00.001+02:002015-01-22T00:36:43.220+01:00Legname da costruzione e lavoro: Cedro<!--CEDRO INIZIO--><span style="color: #990000; font-size: large;"><em><strong> Cedro</strong></em></span><br />
<div style="background: #ffffff; border: #b6d7a8 1px solid; height: 152px; width: 550px; float: left; padding: 6px;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-lBMl-y2nZzI/UD10uvP_R-I/AAAAAAAAA5I/iBTUiEt_luM/s1600/Cedro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-lBMl-y2nZzI/UD10uvP_R-I/AAAAAAAAA5I/iBTUiEt_luM/s200/Cedro.jpg" fea="true" height="140" width="200" /></a>
<em>(Cedrus) - </em><em>Fam. Pinaceae</em><br />
<em>1 - (Cedrus atlantica) -</em> Nomi comuni: Cedro dell'Atlante, Cedro Africano<br />
<em>2 - (Cedrus deodara) -</em> Nomi comuni: Cedro dell'Himalaya, Albero di Dio<br />
<em>3 - (Cedrus libanotica) -</em> Nomi comuni: Cedro del Libano<br />
<em>4 - (Cedrus brevifolia) -</em> Nomi comuni: Cedro di Cipro
</div>
<a name='more'></a>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Aree e habitat di vegetazione </strong><br />
Il Cedro viene importato in Italia dalle montagne dell'Himalaya e dell'Atlante, poiché la sua presenza sul nostro territorio è irrilevante e quasi esclusivamente finalizzata a funzioni paesaggistiche-ornamentali. Il genere comprende più specie, tutte apprezzate per il legno, che è durevole, aromatico e ha ritiro moderato. <br />
<strong><em>Cedro dell'Atlante:</em></strong> originario del Marocco e dell'Algeria, ove cresce ad altitudini di 1200-2500m slm fino a 40-50 m di altezza.<br />
<strong><em>Cedro dell'Himalaya:</em></strong> originario dell'Himalaya occidentale, ove cresce ad altidudini di 1500-3200m slm fino a 70 metri di altezza.<br />
<em><strong>Cedro del Libano:</strong> </em>originario dell'Anatolia meridionale e della Siria, ove cresce ad altitudini di 1300-3000m slm fino a 40 m di altezza.<br />
<strong><em>Cedro di Cipro:</em></strong> originario dell'Isola di Cipro, ove cresce ad altidudini di 1400-1700m slm fino a 25-28 m di altezza.<br />
Nei loro paesi di origine il Cedro del Libano e il Cedro di Cipro sono specie protette che non si possono abbattere. <br />
Nota: con la denominazione di <em>“Cedro”</em> vengono commerciate altre specie legnose, spesso neppure appartenenti al genere <em>Cedrus</em>, come il <em>Juniperus virginiana (nomi comuni: Cedrela odorata, Cedro rosso), fam. Cupressacee</em>, specie indigena dell'America centro-orientale, alto fino a 30 m, il cui legno rossastro, profumato e di facile lavorazione è molto utilizzato come legname da costruzione (mobili), anche strutturale (edilizia), ed è questo il legno preferito per la fabbricazione delle matite.<br />
<strong>Caratteristiche dell'albero</strong><br />
Grandi alberi sempreverdi con portamento maestoso non troppo slanciato, a crescita molto lenta, con rami grossi e chioma piramidale allargata. Assai longevi, vivono secoli e taluni esemplari arrivano anche a 2-3000 anni di età. Il tronco è dritto e colonnare, ricoperto da corteccia grigio-bruna con piccole fessure, che negli esemplari più vetusti può raggiungere circonferenze di 6-8 metri. <br />
<strong>Caratteristiche del legno</strong><br />
Il sottile alburno roseo o grigiognolo si differenzia dal durame giallo rossastro o rosso bruno con frequenti essudazioni gommo-resinose. Ha sapore leggermente acre e allo stato fresco emana gradevole profumo di cedro. Il durame presenta tessitura da media a grossolana e fibratura frequentemente intrecciata. Ha durezza piuttosto bassa, durabilità moderata e modesta resistenza all’urto. Tutte le operazione meccanico-fisiche e termiche sul legno di Cedro risultano agevoli.<br />
<strong>Impieghi principali</strong><br />
Viene utilizzato in ambito edile e navale, per fabbricare mobili, sculture e lavori di ebanisteria.<!--CEDRO FINE - http://casinilegnami.blogspot.it--></div>
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Si veda anche la sezione generale in aggiornamento:<br />
<a href="http://casinilegnami.blogspot.it/p/blog-page_18.html"><u>Legname da costruzione e da lavoro: guida alle specie</u></a>Casini Legnamihttp://www.blogger.com/profile/10955814203322789365noreply@blogger.com